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Effetto Venezia
Un, deux, trois… Tati!!
(Kino-Dessé) Sala Jacques Tati Effetto Venezia 2011 Livorno
LUNGOMETRAGGI:
GIORNO DI FESTA
Regia Jacques Tati
con Guy Decomble, Jacques Beauvais, Jacques Tati, Maine Valée, Paul Frankeur, Roger Rafal, Santa Relli
Francia 1949, versione B\N, 76’, COMMEDIA
Soggetto
Henri Marquet
Jacques Tati
Sceneggiatura
Henri Marquet
Jacques Tati
René Wheeler
Fotografia
Marcel Franchi
Jacques Mercanton
Musiche
Jean Yatove
Montaggio
Marcel Moreau
Scenografia
René Moulaert
Note
– HANNO PRESO PARTE AL FILM GLI ABITANTI DI ST. SEVERE SUR INDRE.
– COLLABORAZIONE DI RENE’ WHEELER.
– DIALOGHI: JACQUES TATI, HENRI MARQUET. DEC.: RENE’ MOULAERT.
– PREMIO INTERNAZIONALE PER LA SCENEGGIATURA ALLA MOSTRA DIU VENEZIA DEL 1949.
– NEL 1994 PER VOLERE DELLA FIGLIA SOPHIE E’ STATA RECUPERATA E RESTAURATA LA PELLICOLA A COLORI PERCHE’ IL FILM ERA STATO GIRATO CON DUE MACCHINE DA PRESA, UNA PER IL COLORE ( THOMSONCOLOR ) E L’ALTRA PER IL BIANCO E NERO, MA ERA STATO DIFFUSA SOLO LA VERSIONE IN BIANCO E NERO PERCHE’ IL PROCEDIMENTO THOMSONCOLOR NON POTE’ ESSERE SVILUPPATO.
Trama La quiete del villaggio di Saint Sévère viene sconvollta per la giornata di festa. Vengono montate giostre e tiro a segno e un tendone per proiettare un film. Tutti gli abitanti preparano gli abiti “buoni”. Il postino François, che ha appena visto un documentario sull’efficenza delle poste negli Stati Uniti, si lancia con la sua bicicletta in inseguimenti spericolati. Tra le burle dei compaesani, finisce in una corsa ciclistica e ha altre disavventure finchè la sua bici se ne andrà da sola come dotata di vita autonoma e lui concluderà che l’efficienza statunitense non si adatta alla campagna francese.
Critica “Tati, alla fine degli anni Quaranta, riesce a resuscitare il film comico, non solo in Francia ma anche in Europa. Dopo “L’arroseur arrosé” e le esperienze francesi di Max Linder, il uirlesque aveva attraversato l’oceano e sembrava non volesse più tornare nel vecchio continente. In Giorno di festa invece, il gag visivo torna prepotentemente in primo piano: i giochi di gambe del portalettere Francois sono degni dell’agilità corporea di un Chaplin, la sua faccia impassibile e velata di tristezza non è lontana da quella di Buster Keaton. (Hulot, il successivo protagonista dei film di Tati, gli assomiglierà ancora di più). … E’ una comicità nuova, realistica, che non tende soltanto a far ridere lo spettatore, ma si burla dei piccoli”tic” del francese dopo la Seconda Guerra Mondiale.” (Simone Emiliani, “Cineforum”, maggio 1995)
MON ONCLE
Regia Jacques Tati
Con Adrienne Servantie, Alain Bécourt, Jacques Tati, Max Martel, Jean-Pierre Zola
FRANCIA 1958, Colore, 111’, COMMEDIA SATIRICA
Soggetto
Jacques Lagrange
Jean L’Hôte
Jacques Tati
Sceneggiatura
Jacques Lagrange
Jean L’Hôte
Jacques Tati
Fotografia
Jean Bourgoin
Musiche
Frank Barcellini
Alain Romans
Norbert Glanzberg (non accreditato)
Montaggio
Suzanne Baron
Scenografia
Henri Schmitt
Arredamento
Henri Schmitt
Costumi
Jacques Cottin
Note
– OSCAR 1959 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
– PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ALL’11MO FESTIVAL DI CANNES (1958).
Trama Al centro di un quartiere moderno sorge la villa ultramoderna e imponente del signor Arpel, che vi abita con la moglie ed il figlio Gèrard, di nove anni. Il signor Arpel, ricco industriale e Presidente della società “Pastac”, è il perfetto tipo del borghese che la posizione e l’agiatezza rendono importante. La sua esistenza perfettamente ordinata sarebbe ammissibile se gli lasciasse la possibilità di abbandonare, almeno per un istante, i problemi connessi con la sua attività d’industriale per dedicarsi a quelli più semplici creati dalla vitalità di suo figlio Gèrard. Anche la mamma, la signora Arpel, trascura il bambino perché il suo tempo e le sue energie sono dedicati completamente al compito di mettere in ordine e pulire continuamente e perfettamente la casa. In questo ambiente di perfezione appare frequentemente il fratello della signora Arpel, lo zio Hulot, per il quale Gèrard mostra una predilezione che desta la gelosia del signor Arpel. Lo zio Hulot è molto differente dai coniugi Arpel: vive con grande semplicità e quando viene a cercare Gèrard il piccolo ne è felice perché sa che lo zio lo farà uscire dalla monotonia della sua vita dove tutto è previsto e tutto si ripete automaticamente. Per sottrarre Gèrard all’influenza di questo zio così poco conformista, il signor Arpel dà a Hulot un posto nella sua industria mentre la signora Arpel pensa di dargli in moglie una sua vicina. Ma questi tentativi non hanno il successo sperato e il signor Arpel prende una decisione radicale: Hulot sarà un rappresentante della società all’estero. Tutta la famiglia lo accompagna alla stazione e gli addii sono rapidi, ma uscendo dalla stazione il signor Arpel inconsciamente ritrova l’attitudine familiare di Hulot verso Gèrard.
Critica “E’ un film della serie ‘Monsieur Hulot’, (…). Il film non manca di scenette comiche e di trovate esilaranti. Notevole la satira del tecnicismo moderno simboleggiato dagli oggetti in plastica, cui è contrapposto l’incanto della vita semplice e normale, non ancora guastata dai ritrovati della scienza. Buona l’interpretazione, la musica e il colore.” (‘Segnalazioi cinematografiche’, vol. 44, 1958)
PLAY TIME
Regia Jacques Tati
Con Barbara Dennek , Jacqueline Lecomte, Jacques Tati, Reinhard Kolldehoff, Rita Maide
FRANCIA 1967, Colore, 119’, COMICO SATIRICO
Soggetto
Jacques Tati
Sceneggiatura
Jacques Tati
Jacques Lagrange
Fotografia
Jean Badal
Andréas Winding
Musiche
Francis Lemarque
James Campbell (tema africano)
Il tema “Take My Hand” è di David Stein.
Montaggio
Gérard Pollicand
Scenografia
Eugène Roman
Costumi
Jacques Cottin
Trama Monsieur Hulot, dopo aver invano tentato di farsi ricevere da uno zelante funzionario, che appare e scompare all’interno di un modernissimo palazzo, visita una piccola mostra campionaria colma di ridicoli oggetti. Incontra, quindi, un ex-commilitone che lo conduce prima a casa propria e, dopo, in un night appena inaugurato dove giunge, contemporaneamente, una comitiva di turiste americane. Nel night accade una serie di piccoli incidenti, accolti da tutti con molta allegria. All’alba, terminata la festa, Hulot ed altri si ritrovano al vicino drugstore per uno spuntino, al termine del quale Hulot regala alla più giovane delle americane un fazzoletto di seta con le più celebri vedute di Parigi.
Critica “Un film intelligente, colmo di osservazioni acute e spiritose, e di gag di qualità. Da rilevare, al passivo, alcune lungaggini e il ritmo talvolta discontinuo”. (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 64, 1968)
CORTOMETRAGGI:
SOIGNE TON GAUCHE
(Cura il tuo sinistro)
Regia René Clément
Con Jacques Tati (Il ragazzo), Max Martel (Max Martell), Louis Robur (Robur)
FRANCIA 1936, B\N, 12’, CORTOMETRAGGIO
Sceneggiatura
Jacques Tati
Jean-Marie Huard (dialoghi)
Musiche
Jean Yatove
L’ECOLE DES FACTEURS
(La scuola dei portalettere)
Regia Jacques Tati
Con Jacques Tati
FRANCIA 1947, B\N, 14’, CORTOMETRAGGIO
Sceneggiatura
Jacques Tati
Fotografia
Louis Felix
Musiche
Jaen Yatove
Note
– DIALOGHI: JACQUES TATI
– PREMIO MAX LINDER PER IL CORTOMETRAGGIO COMICO.
COURS DU SOIR
(Corso serale)
Regia Nicolas Rybowski
Con Jacques Tati
FRANCIA 1967, Colore, 26’, CORTOMETRAGGIO, v.o.
ENTR’ACTE
Regia René Clair
Con Jean Börlin (Il Mago), Inge Frïss (M.lle Frïss, ballerina), Marcel Duchamp (Giocatore di scacchi), Man Ray (Giocatore di scacchi), Francis Picabia, Erik Satie
FRANCIA 1924, B/N, Muto, 14’, CORTOMETRAGGIO
Soggetto
Francis Picabia
Sceneggiatura
Francis Picabia
René Clair
Fotografia
Jimmy Berliet
Musiche
Erik Satie
Aiuto regia
Georges Lacombe
Georges Lacombe (G. Lacombe) (assistente)
Trama E’ una variazione surrealista (vedi la presenza di Picabia, Duchamp e Man Ray) pensata per essere utilizzata come intermezzo di uno spettacolo di balletti.
Note
– GIRATO NEL THEATRE DES CHAMPS ELYSEES, IN AVENUE MONTAIGNE, A PARIGI.
– NEL 1968 NE E’ STATA REALIZZATA UNA VERSIONE SONORIZZATA DIRETTA DA HENRI SAUGUET.
Spazio Tati
Un, deux, trois... Tati!!
lunedì 1.
SOIGNE TON GAUCHE (12') corto Tati con musica dal vivo.
GIORNO DI FESTA (76') film Tati.
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martedì 2.
COURS DU SOIR (26') corto Tati.
MON ONCLE (111') film Tati.
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mercoledì 3.
L'ECOLE DES FACTEURS (14') corto Tati.
PLAY TIME (119') film Tatilunedì 1 agosto 2011 | 24:05 |