Prima Visione Dessé
La pecora nera
con: Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa
2010, 93′
COMMEDIA, DRAMMATICO
Trama – Mescolando realtà e fantasia Nicola, ricoverato da tempo in manicomio, racconta i suoi
trentacinque anni di degenza nell’istituto.
Critica - “Intento a coltivare precisi impegni sociali e anche politici, qui continua a
dedicare con il cinema quella sua attenzione che, con il teatro e la
letteratura aveva già dedicato alla malattia mentale. Non però
dall’esterno con i soliti accenti iperrealistici con cui tanti film
guardano alla pazzia, unicamente invece dall’interno, nell’ottica di
chi la vive e ne soffre, con quel distacco sufficiente a fargliela
intendere e con l’illusione, spesso, di dominarla. (…) L’interiorità,
la quiete e il distacco sollecitato dalla voce narrante del
protagonista che si racconta e si commenta anche da bambino, con le
logiche che, ovviamente, mancano spesso proprio di logica ma che
trovano sempre i motivi e gli spazi giusti nelle cornici di
quell’istituto in cui sono evidenti l’ordine e il metodo, senza mai
incrinature né accenti di troppo. In cifre in cui, pur nella
rappresentazione tutta soggettiva di quei fatti, si percepisce sempre,
quasi in filigrana, la partecipazione dell’autore attraversata da
sentimenti di una solidarietà commossa e spesso malinconica. Il
protagonista è con rigore asciutto lo stesso Celestini, al suo ‘doppio’
da segni concreti e di rado persino coloriti Giorgio Tirabassi, mentre
Maya Sansa disegna con finezza quel personaggio femminile che torna
concreto dal passato.” (Gian Luigi Rondi, ‘Il Tempo’, 2 settembre 2010)
” C’è molto Brecht nello stile volutamente non naturalistico, e c’è
molto Pasolini nell’occhio cinematografico che Celestini si inventa per
questo suo primo film (non casuale, anzi decisivo l’apporto del
direttore della fotografia Daniele Cipri, già partner di Franco Maresco
in ‘Cinico Tv’). Ma l’apparente limpidezza del film nasconde una
complessità che darà vita a polemiche e fraintendimenti. È facilissimo
leggerlo come un film sulla pazzia, sulla 180, sulla Basaglia, e
trovarlo poco realistico, poco di ‘denuncia’. La verità è che Celestini
usa il manicomio per parlare d’altro. (…) ‘La pecora nera’ è la
storia di un’Italia non cresciuta, rinchiusa nel mito dei ‘favolosi
anni Sessanta’. È un film su di noi, anche se crediamo di non essere
matti.” (Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 3 settembre 2010)
“L’esordio di Ascanio Celestini con ‘La pecora nera’ ha prodotto un film coraggioso,
innovativo ed emozionante. Ci si poteva aspettare il peggio, tipo
teatro filmato con annesso monumento alla vanità dell’attore-regista.
Invece Celestini ha scarnificato il testo che aveva scritto per il
teatro, ha dato corpo e volti ai personaggi di cui raccontava
(eccellenti le scelte di Tirabassi e di Maya Sansa), e giocando
sull’ambiguità del protagonista (perché vive in un manicomio? È matto
davvero o solo un poveraccio senza famiglia?) ha saputo costruire una
storia fatta di immagini e non solo di parole. Ma soprattutto è
riuscito a restituire lo strazio e la sofferenza di chi si sente
emarginato dalla società (perché non rende a scuola o crede ai marziani
o subisce le umiliazioni dei familiari) e cerca disperatamente un
equilibrio emotivo che un ricordo o un volto rischiano di far crollare
all’improvviso.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 3 settembre
2010)
Annunciamo la presenza di Ascanio Celestini la sera di sabato 9 ottobre
Note - IN CONCORSO ALLA 67. MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI
VENEZIA (2010).
giovedì 30 settembre | riposo |
venerdì 1 ottobre | 21:30 |
sabato 2 ottobre | 18:30, 20:30, 22:30 |
domenica 3 ottobre | 18:30, 20:30 |
lunedì 4 ottobre | riposo |
martedì 5 ottobre | 21:30 |
mercoledì 6 ottobre | opera lirica in diretta |
giovedì 7 ottobre | riposo |