Prima Visione Dessé
Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti
con: Thanapat Saisaymar, Jenjira Pongpas, Sakda Kaewbuadee, Natthakarn Aphaiwonk.
2010, 113′
COMMEDIA
Trama – Boonmee si rende conto di avere un’insufficienza renale ed è consapevole che morirà nel giro di 48 ore. Da grande professionista dello yoga, l’uomo capisce che la malattia è legata al suo karma negativo dovuto all’uccisione di troppi comunisti. Dopo aver espresso il desiderio di tornare a casa dall’ospedale, per morire in pace, Boonmee trova ad accoglierlo il fantasma della moglie defunta giunta per aiutarlo a superare i suoi ultimi istanti di vita. Per l’occasione torna a casa anche suo figlio, ma sotto le sembianze di una scimmia poiché ha vissuto per 15 anni nella foresta accoppiandosi con una creatura chiamata “il fantasma della scimmia”. Mentre ricorda le sue vite passate, Boonmee chiede al fantasma di sua moglie di accompagnarlo nella foresta dove, prima di spegnersi, ricorderà un evento della sua prima vita.
Critica – “In casella, qualche giorno fa, abbiamo trovato un libretto curatissimo: è il materiale stampa di ‘Uncle BoonMee Who Can Call His Past Lives’, il nuovo film di Apichatpong Weerasethakul, regista che ha fatto scoprire al mondo la nuova generazione del cinema thailandese, affermando nel corso del tempo un personale immaginario potente e mai ripiegato su se stesso. In gara è uno dei pochi momenti di grazia del concorso 2010, poesia di fantasmi, miti, storia in cui si intrecciano la memoria del paese e quella personale, la vita e la morte. (…) La barriera tra umano e animale si rompe, come quando in una delle sequenze più belle del film, la principessa che è sfigurata si rispecchia nel lago e si vede bella, con la pelle bianca. E la magia del pesce-gatto a cui offre i suoi gioielli, e poi se stessa, lui l’ama, sensualità acquatica. Ma questa comunione è la sostanza del cinema di Weerasethakul il cui universo unisce i molti piani dei tempo e dell’essere perché questo è il potere del cinema, e il suo essere luogo di memoria e presente. Lo zio BoonMee è la storia di quel paese, ‘sono malato’ dice ‘perché ho ucciso troppi comunisti e troppi insetti alla fattoria’. Umano e natura, la giungla è lo spazio della nascita e della morte, una corsa folle tra gli alberi con gli occhi rosso fosforescente dei gorilla/fantasmi e quella caverna che è il ventre materno dove morire e rinascere, in una delle sequenza di morte più intense mai viste. Il cinema per Weerasethakul è dunque questo luogo incantato di conoscenza, di fantasmi e di realtà, di infinite storie possibili con cui si può ancora rompere la rappresentazione univoca del mondo.” (Cristina Piccino, ‘Il Manifesto’, 22 maggio 2010)
Note - PALMA D'ORO AL 63. FESTIVAL DI CANNES (2010).
giovedì 14 ottobre | riposo |
venerdì 15 ottobre | 21:30 |
sabato 16 ottobre | 18:00, 20:15, 22:30 |
domenica 17 ottobre | 18:00, 20:15 |
lunedì 18 ottobre | riposo |
martedì 19 ottobre | 21:30 |
mercoledì 20 ottobre | 21:30 |
giovedì 21 ottobre | riposo |